E’ ancora settembre

È ancora settembre, uno dei mesi che durano in assoluto di più, almeno per come li percepiamo.

Oggi qui a Bologna c’è il sole, non si sta per nulla male perché non fa più quel caldo torrido ma non è ancora il freddo dell’autunno, per fortuna perché io al momento non sono mica pronta. Già sto cerando di fare pace con le giornate che si accorciano e per chi, come me, va a energia solare non è per niente semplice.

Settembre è un mese lungo, un mese di decisioni sull’anno che inizia, un mese di buoni propositi forse più che gennaio, un mese non come gli altri. Siamo abituati a scandire l’anno come se fossimo ancora a scuola, con l’inizio di settembre che indica la fine del periodo di vacanze, di svago e l’inizio di un nuovo ciclo. Abbiamo buoni propositi come tornare a fare sport, magari iscriversi in palestra o a un corso di qualcosa che da tanto vogliamo provare. La carica dell’estate appena vissuta rimane ancora presente, ci stimola a pensare con energia alle prossime settimane, speriamo duri a lungo.

Ho iniziato questo settembre con una settimana a zonzo in barca per l’Isola d’Elba, mi sembra sia successo mesi fa, e lo sto terminando con un bell’elenco di cose da fare e di decisioni da prendere. Trenta giorni reali, percepiti come se fossero cento.

Oggi mentre mi allenavo camminando velocemente per la città ho sbattuto contro a un altro mondo, un mondo fatto di vetrine addobbate per il prossimo (e imminente?!) Halloween e una enorme pila di panettoni e pandori che timidamente si affacciavano di fianco alle casse del supermercato.

Come dicevo, non sono pronta alle giornate che si accorciano, figuriamoci a pensare che in realtà i primi di novembre sono vicini e poi è un attimo che arriva Natale.
Non solo non sono pronta, ma penso seriamente che tutto questo sia estremamente sbagliato. È chiaro che ogni periodo dell’anno ha delle caratteristiche che il commercio e la produzione devono sfruttare e cavalcare, ma che male vi ha fatto ottobre? Perché gli stimoli che arrivano da quello che ci circonda devono essere sempre di fretta verso qualcosa, di tensione per qualcosa che comunque arriverà ma tra un po’ o forse non arriverà affatto? Tutto questo correre senza meta ma in affanno a cosa ci dovrebbe portare?

Non è facile stare nel qui e ora. Non è sempre semplice non farsi prendere da ansie per il futuro perché ci hanno abituato che è così che si vive. Ma possiamo ribellarci e credo lo si debba fare in primis per noi, perché si può pensare di vivere in un modo diverso, dove si corre meno ma si gusta di più, dove le certezze per il futuro potrebbero diminuire ma nel frattempo viviamo appieno ciò che abbiamo.

Questa ribellione può solo partire da noi.